Paperoniale - petizione al Parlamento e al Governo per una politica di solidarietà

Paperoniale - petizione al Parlamento e al Governo per una politica di solidarietà

ARCI Piemonte 25-11-2020

La "Paperoniale" è una petizione da inviare al Parlamento e al Governo, come da art. 50 della Costituzione. Essa chiede che venga adottata una specifica politica di solidarietà. Questa politica richiede pochissimi sacrifici, è facilmente attuabile e non contraddice alcun vincolo europeo. L’iniziativa è promossa da una gruppo di economisti e sociologi delle Università di Torino e del Piemonte Orientale, e si basa sulla loro competenza professionale e sulle loro ricerche.

Trovate i dettagli sulla campagna sul sito paperoniale.it

 

Ai Presidenti delle Camera dei Deputati e del Senato delle Repubblica
e per conoscenza al Presidente del Consiglio dei Ministri e al ministro dell’Economia e delle Finanze

Chiediamo che vengano adottate politiche di redistribuzione

Premessa. Come ammesso ormai anche da ambienti economici liberisti (come il Financial Times), non si può uscire dalla stagnazione di lungo periodo in cui ci troviamo senza affrontare uno scoglio che è diventato troppo spesso un tabù, e cioè la necessità di una politica di redistribuzione dai più ricchi ai più poveri (o meglio al sistema di welfare). E questo può essere ottenuto solo con nuove tasse. La più opportuna è un’imposta di solidarietà sulla ricchezza finanziaria. In questa breve premessa vedremo dapprima perché questa imposta è giusta in linea di principio e di diritto; e poi perché queste considerazioni sono in realtà superflue. Per capire perché l’imposta qui suggerita è eticamente giusta basta leggere qualsiasi manuale di politica economica scritto prima dello tsunami neoliberista degli ultimi decenni: in esso si vedrà che fra i compiti fondamentali della politica economica c’era (e dovrebbe ancora esserci) la riduzione delle diseguaglianze. Rinviamo a tali manuali per le motivazioni teoriche relative. E siccome nel nostro paese le diseguaglianze sono molto aumentate durante la crisi, ne risulta che è opportuno trovare il modo di togliere qualcosa ai ricchi per darlo ai poveri. Ma c’è anche un motivo giuridico: negli anni della crisi molti ricchi sono diventati più ricchi (e molti poveri sempre più poveri). La ricchezza che si è creata è l’accumulo di redditi, e per i ricchi si tratta perlopiù di redditi da capitale. Questi non sono tassati in misura progressiva, in contrasto con la Costituzione (art.53: “il sistema tributario è informato a criteri di progressività”); quindi una loro tassazione una volta che si siano trasformati in ricchezza è giuridicamente fondata, purché le aliquote non siano troppo alte.

Questo ci porta all’ultimo punto di questa premessa. Le considerazioni precedenti perdono qualsiasi rilevanza a fronte di un dato fondamentale, e cioè che basterebbe un’imposta estremamente esigua per operare una redistribuzione significativa. La ricchezza finanziaria (finanziaria: quindi escludendo le abitazioni) ufficialmente censita dei cittadini italiani era alla fine del 2019 di circa 4400 miliardi. Oggi questo valore si è un po’ ridotto, ma molto difficilmente è sceso sotto i 4000. Un’imposta del 5 per mille (metà dell’1%) renderebbe circa 20 miliardi. Sarebbe opportuno che le aliquote fossero progressive e con una quota esente, ma se anche l’imposta fosse proporzionale ben difficilmente creerebbero ondate di protesta: chi avesse “solo” 20.000€ in banca dovrebbe pagare 100€ all’anno.

Testo

Per questi motivi noi cittadini italiani chiediamo, in ottemperanza all’art. 50 della Costituzione che sancisce il diritto dei cittadini di rivolgersi direttamente al Parlamento, che:

  1. Il Parlamento impegni il governo a introdurre un contributo di solidarietà sulla ricchezza finanziaria (quindi con esclusione delle case e degli altri beni immobili), con aliquote progressive (comunque non superiori all’1%) e una quota esente;
  2. Nella norma in materia venga espressamente stabilito che i proventi di questo contributo devono essere interamente investiti nel miglioramento dei servizi per i cittadini, in particolare a vantaggio delle persone maggiormente in difficoltà, e per creare lavoro per i giovani disoccupati. Entro questo ambito la ripartizione dei fondi dovrà essere oggetto di una rigorosa valutazione tecnica.

Riteniamo che decidere quali aliquote applicare, e quindi quali somme ottenere, debba essere valutato del Parlamento. Quanto segue quindi è solo un suggerimento. Proponiamo la totale esenzione per la metà più povera delle famiglie, un’aliquota media intorno allo 0.8% per il decimo più ricco, e un’aliquota media intorno allo 0.15% per le altre. Dato che in Italia la ricchezza finanziaria è molto concentrata, il gettito dovrebbe essere superiore ai 20 miliardi.

Primi firmatari:
Filippo Barbera, Università di Torino
Maria Luisa Bianco, Università del Piemonte Orientale
Giancarlo Cerruti, Università di Torino
Bruno Contini, Università di Torino
Federico Dolce, Centro Studi Argo
Ugo Mattei, Università di Torino
Guido Ortona, Università del Piemonte Orientale
Serena Pellegrino, già vicepresidente della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati
Francesco Scacciati, Università di Torino
Andrea Surbone, scrittore
Pietro Terna, Università di Torino
Teodoro Togati, Università di Torino
Willem Tousijn, Università di Torino

Questa è un’iniziativa politica non legata ad alcun partito; tutti sono invitati ad aderire.

Per sottoscrivere la petizione: paperoniale.it/petizione/

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