archiviopiemonte 27-05-2013
La nostra Casa del popolo ha una storia che molti collegnesi più anziani conoscono bene ma vi sono ancora tanti collegnesi che non conoscono ancora la nostra storia che nasce quando la guerra era appena terminata e i partigiani occuparono la sede della G.I.L. (la casa della gioventù fascista) di Collegno per trasformarla in una Casa del Popolo dove terminato il lavoro ci si poteva ritrovare tra amici, tra compagni, discutere di cultura, di politica, di tutto, giocare alle carte, ballare e consumare qualcosa a prezzo popolare. Questa fu la prima casa del popolo di Collegno che andò avanti per alcuni anni fino alla fine del governo dell’Unità nazionale quando il nuovo governo monocolore D.C. di allora decise di requisire tutte le ex case del fascio.
A quel punto un gruppo di compagni del PCI decise di lanciare una sottoscrizione tra gli ex soci della casa del popolo e con la somma raccolta decise di acquistare un terreno ancora libero in via Bendini proprio davanti alla ex casa del fascio per dare inizio alla costruzione dei nuovi locali all’inizio del 1952. Con una popolare manifestazione di pubblico venne dato il via ai lavori per costruire la nuova casa del popolo con la presenza del Senatore Celeste Negarville del PCI diventato poi Sindaco di Torino, che tagliò il nastro.
Un anno dopo nel 1953 nasceva la nuova casa del popolo di Via Bendini con un primo basso fabbricato che diventò la sede della prima sezione del PCI di Collegno assieme alla sede per il sindacato e per le altre associazioni presenti nel circolo con il nuovo bar a cui si aggiunge presto un bel salone per giocare alle carte e poter incontrarsi e intanto nascono anche diversi giochi da bocce per gli appassionati a quello sport che allora erano molti.
Si può quindi dire che nel 1953 nasceva in via Bendini quello che ancora oggi si chiama il Circolo Aurora.
Negli anni ’50 e nella prima metà del ’60, la popolazione di Collegno raddoppiò grazie alle ondate migratorie dal Veneto e a quelle dei braccianti che dal Sud giunsero a Torino attratti dal miraggio del lavoro.
Al circolo Aurora si faceva politica, c’era il sindacato e ci venivano anche le famiglie perché si poteva trascorrere il tempo libero anche nella nuova grande e bella sala da ballo a prezzi popolari.
Con la seconda metà degli anni ’60 a Collegno e poi nel ’70 si sviluppò un fenomeno di seconda immigrazione, con molti lavoratori e ceti medi che vi acquistavano la casa attratti dai servizi forniti da un comune che, anno dopo anno, a differenza di Torino o di tanti altri comuni, non aveva più già allora i doppi turni nelle scuole elementari. Fu così che, per rispondere alle esigenze di queste fasce di popolazione, al Circolo Aurora presero vita numerose nuove attività, tra cui una scuola di danza classica, una palestra di arti marziali, un cineclub e diverse associazioni sportive. Un successo che vide in tutti quegli anni, il circolo Aurora sempre più frequentato da migliaia di cittadini impegnati nelle varie attività.
Da allora la casa del popolo fu sempre molto attiva e continuò a svilupparsi e a trasformarsi grazie soprattutto a tanto lavoro volontario di uomini e donne che gratuitamente prestavano per ore sia nei giorni lavorativi che festivi la loro attività adeguandosi alle richieste del momento. Oggi il bar è diventato un moderno ristorante, la sala da ballo Aurora è sempre molto affollata, così il
cineclub, la danza classica è molto attiva, al pari della palestra sportiva e altre attività come la cooperativa Di Vittorio. Inoltre vi è l’ufficio dell’
ANPI, e gli uffici dei partiti tradizionali della sinistra collegnese con la sede del Partito Democratico e quella di Sinistra Ecologia Libertà e gli uffici della fondazione Arturo Bendini e della società Rinascita 2000 che si occupano della gestione dell’edificio.
La casa del popolo, lo possono dire con orgoglio tutti quelli che l’hanno frequentata e sostenuta per tanti anni e quelli che la frequentano ancora oggi, ha sempre contribuito dalla sua nascita in poi allo sviluppo culturale, sportivo, ricreativo e politico di questa nostra città senza mai chiedere e ricevere dal comune o da altrienti una lira o un euro di contributo. Il suo sviluppo è unicamente dovuto alla frequenza sempre numerosa dei soci e di tutti quelli che la frequentano e operano per renderla sempre più accogliente.
Avanti così compagni, compagne ed amici tutti per tanto tempo ancora!
W la casa del popolo!
Sen. Luciano Manzi
(fonte: Quaderni Collegnesi)